martedì 21 febbraio 2012

Torta salata patate, porri e pancetta


Ingredienti:

  • 1 rotolo pasta brisée
  • 2 porri
  • 600 gr circa di patate
  • 1 confezione di pancetta affumicata (in alternativa 100 gr di speck tagliato a cubetti)
  • 1 confezione di panna liquida da cucina
  • 3 uova
  • 30 gr di Parmigiano Reggiano grattuggiato
  • burro
  • sale q.b
  • pepe q.b.

Preparazione:

Accendete il forno a 180°C.

Pelate le patate e tagliatele a rondelle sottili.
In un padella fate sciogliere una noce di burro, e fateci stufare le patate per una decina di minuti aggiungendo di tanto in tanto un goccio di acqua calda.

Nel frattempo, mondate i porri e tagliateli a rondelle sottili.

In una padella fate sciogliere una noce di burro, fate rosolare i cubetti di pancetta ed aggiungere i porri a rondelle. Fateli appassire per 5 minuti, dopodiché uniteli alle patate ed ultimate la cottura per altri 5 minuti. Aggiustare di sale e di pepe.
E' importante che il risultato sia asciutto, per evitare che la torta risulti troppo umida una volta terminata la cottura.

Lasciate intiepidire.

A parte sbattete le uova, aggiungete la panna, il parmigiano e sbattete il composto ottenuto. Aggiustate di sale e di pepe.

Adagiate su una tortiera la pasta brisée con la carta da forno in cui è arrotolata.
Bucherellate il fondo della pasta brisée con una forchetta.

Ponete il composto di patate, porri e pancetta sul fondo della tortiera, e coprite con le uova e panna sbattute.

Rigirate i bordi della pasta verso l'interno, ed infornate per 25-30 minuti.
La torta sarà pronta quando avrà raggiunto un bel colore dorato.

Servite tiepida, magari con un bel contorno di radicchio trevigiano in insalata!


martedì 14 febbraio 2012

Cibi strani dal mondo


Ieri sera al "Hot in a Pot" qui ad Hong Kong ho mangiato l'HOT POT... La versione cinese della nostra bourguignonne, che prevede un tavolo_una piastra ad induzione al centro_un pentolone pieno di brodo/aglio tritato/erba cipollina/tofu_i commensali intorno muniti di schiumarola e bacchette.


In questo pentolone tuffi a bollire varie portate crude, dalla semplice lattuga, alla carne di maiale, ai funghetti, alle pannocchie... Fino ad arrivare ai testicoli di pollo (e fino a quel momento non mi ero posta mai la domanda.ma i polli li hanno? no perchè ad un gatto alzi la coda e li vedi... ma ad un pollo??)



ed alla TRIPPA NERA, che sembrava più la lingua rasposa di un gatto che la nostra bianca bella e buona trippa con fagioli.
Buono più o meno. Consistenza gnecca, gusto inesistente e poco invitante alla vista. Di sicuro effetto per una borsetta o un bel decoltée! :)



giovedì 9 febbraio 2012

Risotto al Radicchio trevigiano ed Asiago




Ingredienti per 2 persone:


Preparazione:

Il radicchio:
Mondate il radicchio e tagliatelo a striscioline.
Tagliate l'Asiago a cubetti piccoli.
Preparate il brodo vegetale e tenetelo a disposizione su una fiamma al minimo.
Fate sciogliere in una casseruola 15gr di burro circa e far soffriggere un cucchiaio circa di scalogno tritato a mirepoix. Subito dopo aggiungere il radicchio, sfumare con parte del vino bianco.
Portare a cottura e mantenere in caldo.

Il risotto:
Fate tostare per un paio di minuti il riso in casseruola con circa 10gr di burro e un cucchiaio di scalogno.
A tostatura avvenuta cominciate a bagnare con il brodo bollente, portate quindi a cottura mescolando di tanto in tanto ed aggiungendo il brodo quando il riso si asciuga.
E' importante non esagerare con il brodo perchè si rischia di bollire il riso.
A cottura quasi ultimata aggiungere il radicchio cotto e tenuto in caldo in caldo.
A cottura ultimata regolate di sale e mantecate il riso con il formaggio Asiago ed il Parmigiano grattuggiato.

Servire caldo e sufficientemente umido da evitare che il riso si asciughi prima di essere mangiato.

Consigli:
Se vi piacciono i sapori delicati scegliete un Asiago dolce, se invece preferite i sapori più peccanti utilizzate l'Asiago stagionato.

Note:
La tostatura del riso è fondamentale per evitare un'eccessiva fuoriuscita di amido dai chicchi di riso. Oltre a contare 2 minuti di tostatura, si può toccare con le dita i chicchi di riso, quando saranno bollenti il riso sarà tostato al punto giusto.



martedì 7 febbraio 2012

Come si diventa cake designer?

Riporto un bel articolo tratto da Cake Design Italia:


COME SI DIVENTA CAKE DESIGNER?
Scritto da Simona Tomei

(il cup cake natalizio in foto è il risultato del corso di decorazione e cupcake a cui ho partecipato presso l'Accademia Foodlab ^_^)


Ecco la domanda più gettonata tra gli aspiranti professionisti del settore.
La ragione è semplice: il cake designer non ha una collocazione professionale precisa in Italia, poiché non esiste un attestato, un diploma o un riconoscimento ufficiale che si possa incorniciare ed appendere al muro, come invece succede per tanti altri mestieri.
Fondamentalmente dipende dall'esperienza, da una parte, e dalla propria capacità imprenditoriale dall'altra.

Il lavoro del cake design è legato al settore della pasticceria, su questo non c'è dubbio. Eppure non basta. Sono infatti necessarie anche altre abilità, che spesso provengono da arti diverse, come l'ingegneria, la grafica, l'illustrazione, la pittura, l'architettura... fuse per bene con la conoscenza di tecniche dolciarie e con una grande manualità.
Gli ambiti di lavoro sono svariati: hotel, pasticcerie, gelaterie, ristoranti, società di catering, ma si può anche essere lavoratori autonomi.

E allora partiamo dal principio: chi è il cake designer.
Il cake designer è un creativo, prima di tutto: sviluppa un'idea e rende possibile la sua realizzazione.
E' un perfetto conoscitore delle tecniche di manipolazione dei diversi ingredienti come la pasta di zucchero, la ghiaccia, la gum paste, che sono indispensabili per realizzare i vari elementi in 2d e 3d che comporranno il lavoro.
Sa utilizzare alcuni attrezzi specifici, i coloranti alimentari, ed ha la manualità per creare da zero ogni piccolo particolare che andrà a comporre il lavoro finale.
Ma il cake designer è anche un professionista che, dopo un confronto con il cliente (o committente, in certi casi) ed un'attenta analisi della richiesta, propone e poi realizza un prodotto personalizzato.
Scrivo “prodotto” e non “dolce” perché ci sono tante varianti: può essere una wedding-cake quanto una mini-torta segnaposto, possono essere confetti decorati o cupcake, e può essere ancora tanto altro, dipende dall'estro e dalla necessità.
La parola chiave è infatti “design”, e il design è progettazione.
La progettazione parte da un'idea (forma, altezza, materiali, tema portante) e passa poi alla sua realizzazione pratica, che è un insieme di gusto ed estetica.
Sfornare biscotti a forma di cuore non è cake design, ma se dopo li si ricopre con la ghiaccia, vi si disegnano sopra forme e caratteri, vi si appongono piccoli elementi decorativi in pasta di zucchero... allora questo può definirsi un prodotto decorato.

Una torta decorata deve essere per forza tutta commestibile?
In linea di massima sì, ma il punto non è questo.
Per il cake designer è un vanto consegnare un lavoro completamente edibile, e per chi lo acquista è una garanzia sapere che grandi e piccini non dovranno scartare o stare attenti a cosa stanno per mangiare.
Alcuni lavori particolarmente complessi poggiano su delle basi, o hanno dei supporti, e ci saranno sicuramente alcuni elementi realizzati, ad esempio, con la pasta di cereali piuttosto che con il pan di spagna, quindi non ugualmente saporiti, ma la cosa importante è che si usino “ingredienti” commestibili per realizzare le decorazioni o materiali specificamente pensati per stare a contatto con il cibo, o lavorati e ricoperti in modo che non lo tocchino affatto.

Quali sono i requisiti richiesti per fare questo lavoro?
Il cake designer può ricoprire un ruolo generico, oppure specializzarsi in un particolare tipo di decorazione, come le torte nuziali o di compleanno.
La conoscenza delle tecniche dolciarie è alla base, perché bisogna conoscere bene la differenza tra un certo tipo di farcitura ed un altro, l'accostamento dei sapori, la consistenza della base su cui si andrà poi a lavorare, i piccoli grandi “trucchi” del mestiere per evitare che qualcosa sia bella, ma poi immangiabile perché troppo secca o troppo dolce, o che l'intera struttura imploda a causa del peso delle decorazioni.
Si devono poi conoscere a menadito le regolamentazioni base legate alla manipolazione e produzione del cibo, saper riconoscere la differenza tra prodotti da decorazione e prodotti edibili, saper scegliere i fornitori e valutare la qualità ed il costo dei materiali che si andranno ad utilizzare.

In Italia e all'Estero è possibile trovare diversi laboratori e corsi, tenuti da professionisti ed esperti del settore, per avere una buona formazione e mettersi alla prova. Possono essere di poche ore o di diversi giorni.
Alcuni rilasciano attestati di frequenza, altri solo materiali da poter portare a casa per continuare ad esercitarsi.
Lo scopo di questi corsi è imparare, stabilire contatti e migliorare la propria tecnica fino a trovare un personalissimo stile.

Quindi se sono bravo e conosco le basi sono un cake designer?
Tecnicamente parlando, sì.
Ma sei un professista? No.
Devi avere un tuo laboratorio, o collaborare con qualcuno che lo abbia e che ti permetta di essere in un ambiente idoneo (soprattutto dal punto di vista delle norme igieniche) per fare le tue decorazioni. Lavorare in casa ad esempio è proibito e pericoloso, e se decidi di vendere le tue torte devi sapere alcune cose che solo il lavoro sul campo o dei corsi specifici possono farti apprendere.
Se hai esperienza, un posto dove lavorare e fare pratica, e se sai fare cose che piacciono, puoi definirti un cake designer anche dal punto di vista professionale.
Saranno poi il tempo, la tua capacità di farti conoscere ed il giudizio degli altri, a decretare se sei un bravo cake designer.

domenica 5 febbraio 2012

I Grissini Sopraffini


In questo post vi voglio segnalare un prodotto dell'eccellenza artigiana piemontese: i Grissini Sopraffini.

Per chi non li conoscesse sono grissini stirati a mano sottilissimi e leggermente conditi con olio d’oliva...
La coda è sempre presente in negozio per comprare questo prodotto squisito (il panificio produce anche pasta dura e pani tipici della produzione piemontese, come le biove e gli stirotti) ed il clima tipicamente torinese che vi si respira il sabato mattina quando generalmente li vado ad aquistare, rendono questi grissini una prelibatezza che ormai in casa non può più mancare!

Dove trovarli:
panificio Guala Eccelso di Piazza Statuto 13 - Torino


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